Da Realtà Sannita: La Cromocostruzione del maestro Pica nelle Avanguardie dell’arte Contemporanea Italiana e Internazionale

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Il movimento artistico “Cromocostruzione” del maestro pontese Nicola Pica è entrato ufficialmente nelle Avanguardie dell’arte Contemporanea Italiana e Internazionale. L’ufficializzazione è avvenuta nell’ultima pubblicazione dell’Atlante di Arte Contemporanea edito dalla De Agostini che è uno dei più importanti e prestigiosi lavori editoriali in questi campo.

Volume presentato il 30 gennaio scorso al Teatro Italia di Roma dal critico e storico dell’arte Daniele Radini Tedeschi. Con questa ufficializzazione il maestro Pica entra a far parte tra i grandi artisti in grado di esprimere nuovi concetti di arte.

Pica con il suo stile sta riscuotendo notevole successo di critica, che lo ha portato fino alla Biennale di Venezia e in prestigiosi eventi italiani ed esteri con tantissimi riconoscimenti e le suo opere sono esposte in diverse gallerie importati .

Dunque la “Ceomocostruzione” è una revisione del figurativismo, il quale principia la concettualizzazione intorno all’astrazione dell’idea del colore. Per l’artista il colore non è più casuale ma la sua stesura sull’impianto scenico delle strutture compositive risponde ad una scelta meditata. Il Movimento Teorizzato conferisce ad ogni opera una doppia chiave di lettura , la prima dal risultato finale che investe lo spettatore ad un approccio meramente visivo, la seconda legata ad una concatenazione di colori singoli che allo stesso tempo indipendenti e dipendenti, costruiscono il quadro come le tessere di un mosaico.

La Cromocostruzione si basa sull’idea di matrice Goethiana,e di conseguenza romantico idealista, che i colori siano alla base della nostra realtà fenomenica, che quindi emergano dall’interazione fra luce e il buio, due grandi poli del mondo naturale, al contrario di Newton che credeva invece nella partizione atomistica della luce, conferendo così ai colori un valore puramente fisico. I colori primari di Goethe sono solamente due: il Giallo e il Blu, da essi e dal conseguente adombramento della luce , deriva l’intera gamma cromatica che il nostro occhio è in grado di percepire. Anche il Bianco e il Nero, precedentemente considerati come mera presenza e assenza di luce, assurgono al grado di cromia vere e proprie. L’artista scrive la composizione coloristica assume un’armonia, in un equilibrio che vuole esprimere la congiunzione che esiste tra un colore e l’altro. Da sé un colore non ha senso, non significa, viceversa il coro delle vibrazioni fa cantare in consonanza i colori.

Molta parte delle opere di Pica è dedicata alle vedute di paesaggio tipiche dell’entroterra beneventano, composte da campi coltivati, rilievi montuosi e grandi cieli stellati. La resa è assai dolce e morbida, a tratti quasi surrealista, sono assenti tribolazioni e fatiche, la natura è piuttosto la sede di un riposo dell’anima, la pittura ne è un veicolo. La vernice è applicata in maniera estremamente omogenea; liscia e levigata invece la superficie che rispecchia la limpidezza dei contenuti. Uno scarto consistente viene elaborato nelle tela del ciclo “cromocostruzione” composizione astratte che si formano attraverso addensamenti di vernice colorate dai toni suggestivi e coinvolgenti.

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